Come abbiamo già avuto modo di approfondire, tra la pandemia e la possibilità di essere tutti connessi, un fenomeno che in ambito Salute e Benessere si sta diffondendo sempre più è l’autodiagnosi, con tutti i pericoli che ciò comporta!
Cosa succede? Semplice! Chi procede con l’autodiagnosi alimenta preoccupazione e scoraggiamento, confonde e sottovaluta i veri sintomi, prolunga il tempo per ottenere la vera diagnosi e infine causa stress (vedi articolo Autodiagnosi online: perché non funziona!).
Insieme con l’autodiagnosi si sta sviluppando una nuova patologia: la cybercondria.
La cybercondria, ovvero l’ipocondria alimentata dal web, è la nuova malattia virtuale, in una parola quello che abbiamo appena descritto ovvero la trasformazione di una paura in patologia, atteggiamento che la pandemia ha senza ombra di dubbio accelerato.
Questo termine di ultima generazione viene utilizzato per la prima volta nel 1996, in tempi non sospetti. La cybercondria individua «una ricerca eccessiva o ripetuta di informazioni relative alla salute su Internet, guidata da angoscia o ansia per la salute stessa, che amplifica solo tale angoscia o ansia» (Starcevic, Berle, 2013, Fonte: leurispes.it).
Per molti, forse troppi, questa ricerca spasmodica sul web è diventata una vera e propria ossessione. Ma anche se non in maniera patologica, sono tanti gli utenti che oggi cercano su internet la risposta ai propri problemi di salute.
La cara vecchia enciclopedia medica, da consultare magari in biblioteca (socializzando con qualcuno!), è stata ampiamente archiviata e sostituita dal più veloce e recente Dr. Internet. Ma mentre prima con il cartaceo l’accesso alle informazioni era solo di chi aveva gli strumenti, ora questa possibilità è di tutti, perché tutti hanno almeno una connessione a internet attraverso cui di può accedere alle informazioni desiderate.
Inoltre, ad aggravare la situazione, con l’emergenza Covid-19 si è assistito all’esplosione dell’utilizzo del web a livello globale. Infatti, secondo il rapporto annuale dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit), l’istituzione specializzata dell’Onu (Fonte Facts and Figures: itu.int) nel 2021 sarebbero circa 4,9 miliardi le persone che hanno utilizzato il Web: con un aumento del 17% rispetto al 2019.
I rischi della tecnologia dell’informazione
Non è facile quindi individuare i rischi a cui si va incontro se si ha la possibilità di accedere a informazioni che non si è in grado di decifrare. Non è facile riconoscere che si corre il rischio di fare autodiagnosi e ancora di più non è facile riconoscere di essere cybercondriaci!
Le enormi potenzialità del web possono emergere solo se si è in grado di usarle correttamente! Un abuso di Internet carica gli utenti di rischi enormi, e li abbiamo visti (vedi articolo Autodiagnosi online: perché non funziona!).
La cybercondria è caratterizzata da alcuni comportamenti che chiaramente individuano questa patologia.
Per cui si può parlare di cybercondria quando:
- si passa troppo tempo sul web,
- non si riesce a controllare la ricerca online,
- si vivono emozioni di ansia o paura che hanno un impatto sulla propria vita quotidiana.
(Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/cybercondria/)
Bisogna sapersi districare tra le innumerevoli informazioni che sono a portata di click e prendere solo quello che serve per avere la consapevolezza giusta e capire a quale specialista rivolgersi. Ma questo lo si può sempre lasciare fare al proprio medico di base, che ci indirizzerà al meglio verso lo specialista di cui abbiamo bisogno! Il medico di base avrà così un quadro completo del nostro stato di salute!
Sul web, inoltre, si tende a cercare testimonianze soprattutto di persone che hanno patologie simili alle nostre. E si parte proprio dalle testimonianze per prendere le strade più disparate. Se prima non c’era un sintomo ora si pensa tutto e il contrario di tutto.
Quando parliamo di salute e benessere è impossibile individuare una situazione clinica uguale alla propria. Non si dovrebbero paragonare individui diversi in situazioni diverse seppur con sintomi simili, questo vale in generale e in particolare in ambito medico.
Cosa fare allora?
Come abbiamo avuto già modo di suggerire, sarebbe opportuno affidarsi sempre agli esperti!
Solo il medico può darci una risposta autorevole e degna di fiducia!
Che sia in telemedicina o di persona non è rilavante, l’importante è che lo specialista abbia la possibilità di rispondere alle nostre domande e chiarire i nostri dubbi.
E che l’ultima parola sia del dottore!